
Arriva il Ddl sugli accordi prematrimoniali
Gli accordi prematrimoniali rappresentano dei contratti stipulati tra futuri coniugi, che permettono loro di stabilire preventivamente gli oneri dello sposalizio e le condizioni di un'eventuale rottura del vincolo nuziale: vere e proprie obbligazioni accettate reciprocamente dalla coppia e finalizzate alla risoluzione di possibili controversie relative soprattutto al regime patrimoniale dei partner e alla distribuzione dei beni dopo lo scioglimento delle promesse.
Gli accordi prematrimoniali in Italia e all’estero
Anche se già da tempo i patti prematrimoniali vengono riconosciuti legalmente in diverse Nazioni europee come Francia o Germania e negli Stati anglosassoni dove è presente il modello “prenuptial agreement”, in Italia (almeno fino a questo momento) hanno sempre trovato il dissenso della Giurisprudenza e dalla dottrina maggioritaria, in quanto percepiti come una sorta di sanzione dissuasiva capace di condizionare il libero arbitrio dei coniugi in fase di rottura del legame. Orientamento spesso criticato soprattutto dai non cattolici, perché trascurante quei principi del diritto familiare incentrati sul riconoscimento di una maggiore autonomia degli sposi in fase di determinazione dei propri rapporti economici dopo la crisi coniugale.
La svolta
Pur avendo sempre continuato a ribadire la nullità degli accordi prematrimoniali, anche nel nostro Paese alcuni giudici di legittimità hanno di recente dimostrato una maggiore accettazione dei loro principi, riconoscendo ai coniugi la libertà dell’autonomia privata all’interno del diritto di famiglia.
Nonostante si tratti di disposizioni considerabili valide solo se il contratto tra partner non contenga disparità nelle prestazioni da garantire reciprocamente, si percepisce la volontà di mettere i futuri sposi nella condizione di poter decidere in modo autonomo come amministrare il proprio patrimonio in caso di separazione.
Volontà riconfermata anche dai relatori del provvedimento sul divorzio breve Alessia Morani (Pd) e Luca D'Alessandro (Fi) che, a fine aprile 2015, hanno depositato in Parlamento un Ddl a favore dei suddetti accordi.
Cosa dovrebbe stabilire il Ddl sugli accordi prematrimoniali
Anche se non c'è ancora nulla di certo, stando alle prime indiscrezioni, il nuovo disegno di legge sui patti prematrimoniali, come detto, già depositato in Parlamento dagli esponenti del Pd e di Forza Italia, dovrebbe mettere i futuri coniugi nella condizione di potersi accordare preventivamente su questioni legate ad un'eventuale separazione come il mantenimento, l'assistenza economica e materiale, la casa familiare, il diritto al cognome, ecc.
Opportunità che potrebbe per esempio permettere alla coppia di stabilire anche prima di un’ipotetica crisi coniugale a chi spetta il pagamento delle rate del mutuo rimaste insolute dopo lo scioglimento delle promesse, a quale partner affidare i beni che inizialmente erano in comunione o che indennizzo concedere nel caso in cui uno dei due abbia contribuito con i propri risparmi alla ristrutturazione della casa di famiglia.
Le critiche
Nonostante il Disegno di legge sugli accordi prematrimoniali non sia ancora stato accettato dal Governo e i dubbi sulle modalità di una sua eventuale applicazione continuino ad essere molti, comincia a fomentarsi l’aspra critica da parte del mondo cattolico e dei matrimonialisti, che lamentano una forte insoddisfazione nei confronti di questo nuovo "orientamento anti-familiare", a detta loro, capace di mettere ulteriormente a rischio la già precaria stabilità delle relazioni moderne: una protesta (forse alimentata soprattutto a causa delle nuove disposizioni sul divorzio breve) che, ancora prima dell'approvazione ufficiale del Ddl, rischia di creare una frattura irreparabile tra favorevoli e contrari.
Gli accordi prematrimoniali in Italia e all’estero
Anche se già da tempo i patti prematrimoniali vengono riconosciuti legalmente in diverse Nazioni europee come Francia o Germania e negli Stati anglosassoni dove è presente il modello “prenuptial agreement”, in Italia (almeno fino a questo momento) hanno sempre trovato il dissenso della Giurisprudenza e dalla dottrina maggioritaria, in quanto percepiti come una sorta di sanzione dissuasiva capace di condizionare il libero arbitrio dei coniugi in fase di rottura del legame. Orientamento spesso criticato soprattutto dai non cattolici, perché trascurante quei principi del diritto familiare incentrati sul riconoscimento di una maggiore autonomia degli sposi in fase di determinazione dei propri rapporti economici dopo la crisi coniugale.
La svolta
Pur avendo sempre continuato a ribadire la nullità degli accordi prematrimoniali, anche nel nostro Paese alcuni giudici di legittimità hanno di recente dimostrato una maggiore accettazione dei loro principi, riconoscendo ai coniugi la libertà dell’autonomia privata all’interno del diritto di famiglia.
Nonostante si tratti di disposizioni considerabili valide solo se il contratto tra partner non contenga disparità nelle prestazioni da garantire reciprocamente, si percepisce la volontà di mettere i futuri sposi nella condizione di poter decidere in modo autonomo come amministrare il proprio patrimonio in caso di separazione.
Volontà riconfermata anche dai relatori del provvedimento sul divorzio breve Alessia Morani (Pd) e Luca D'Alessandro (Fi) che, a fine aprile 2015, hanno depositato in Parlamento un Ddl a favore dei suddetti accordi.
Cosa dovrebbe stabilire il Ddl sugli accordi prematrimoniali
Anche se non c'è ancora nulla di certo, stando alle prime indiscrezioni, il nuovo disegno di legge sui patti prematrimoniali, come detto, già depositato in Parlamento dagli esponenti del Pd e di Forza Italia, dovrebbe mettere i futuri coniugi nella condizione di potersi accordare preventivamente su questioni legate ad un'eventuale separazione come il mantenimento, l'assistenza economica e materiale, la casa familiare, il diritto al cognome, ecc.
Opportunità che potrebbe per esempio permettere alla coppia di stabilire anche prima di un’ipotetica crisi coniugale a chi spetta il pagamento delle rate del mutuo rimaste insolute dopo lo scioglimento delle promesse, a quale partner affidare i beni che inizialmente erano in comunione o che indennizzo concedere nel caso in cui uno dei due abbia contribuito con i propri risparmi alla ristrutturazione della casa di famiglia.
Le critiche
Nonostante il Disegno di legge sugli accordi prematrimoniali non sia ancora stato accettato dal Governo e i dubbi sulle modalità di una sua eventuale applicazione continuino ad essere molti, comincia a fomentarsi l’aspra critica da parte del mondo cattolico e dei matrimonialisti, che lamentano una forte insoddisfazione nei confronti di questo nuovo "orientamento anti-familiare", a detta loro, capace di mettere ulteriormente a rischio la già precaria stabilità delle relazioni moderne: una protesta (forse alimentata soprattutto a causa delle nuove disposizioni sul divorzio breve) che, ancora prima dell'approvazione ufficiale del Ddl, rischia di creare una frattura irreparabile tra favorevoli e contrari.
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